Questo blog nasce dal desiderio di condividere i pensieri e le emozioni legate a questi giorni di grande cambiamento in Egitto.

Vi scrivo infatti dalla Terra del Sole dove abito e dove le manifestazioni pacifiche dei suoi abitanti stanno smuovendo una dittatura trentennale, dando a tutti noi una grande lezione di coraggio e dignità.

Ogni giorno, sullo sfondo delle non candide manovre del Governo, accadono bellissimi episodi di umanità che non sempre i media portano nelle vostre case e che invece credo meritino di essere conosciuti.

Se vi fa piacere vi invito a seguirmi in questo viaggio in diretta attraverso la rivoluzione egiziana e il potente messaggio di Fratellanza che questo popolo sta dando al Mondo.

lunedì 7 febbraio 2011

Quattordicesimo giorno

Quattordicesimo giorno.
Avevo perso il conto. Sono ormai trascorsi 14 giorni dal 25 gennaio, il giorno della festa della polizia e della manifestazione pacifica che hanno fatto al Cairo per chiedere che il Presidente non si ripresentasse alle elezioni in settembre.
Ricordo bene quel martedì. Ero andata con un'amica a El Tor per rinnovare il suo visto. Abbiamo trovato dei poliziotti sorridenti, gli uffici chiusi e anche una piccola chiesa copta della quale non conoscevamo l'esistenza.
Sembra passato un anno da allora.
Riesco a malapena a fare un quadro di ciò che è accaduto nella mia vita. Ah, si sono andata in spiaggia un paio di volte, mi sono indignata un centinaio di volte, ho pianto dalla commozione e ieri anche dalla rabbia.
Due settimane di vita trascorse davanti alla tv, quella tv che racconta, spiega e informa. Quella tv con le immagini fisse su Piazza Tharir dalle quali mi sento in colpa a staccarmi, come se il mio essere li fosse in un qualche modo d'aiuto a chi scrive la storia al di la dello schermo.
Ad essere onesta non sono stata solo davanti al televisore, da quando ci hanno restituito internet saltavo come una cavalletta tra la tv e il computer dall'altra parte del divano. Video, link, immagini, testimonianze, tutto analizzavo quello che potesse aiutare a farsi un'opinione chiara e, il più possibile, vera.
Le cose cambiavano ad ogni ora, difficile capire come sarebbero evolute. A volte in fiumi di gente tranquilla, a volte in lunghissime ore di guerriglia grazie al contributo "artistico" della polizia che ha "animato" per bene la situazione.
Ricordo che una delle prime cose che mi ha scioccato fu il vedere la crudeltà con cui volavano i manganelli sulla folla. Le molotov gettate dall'alto sulla gente, e gli spari che per giorni hanno echeggiato nelle strade della città.
In tutto questo una grande domanda: "Che cosa succederà? Che cosa devo fare?".
Per far rientrare i manifestanti il governo manda squadre di polizia in borghese ad organizzare furti e assalti agli appartamenti. Si svuotano le prigioni e a parte qualche uomo che ha ormai poco da scontare, tutti corrono via, chi a casa, chi chissà dove. La gente si organizza per difendere le sue case. Molti non si muovono dalla piazza.
Queste alcune delle cose che sono sfrecciate nel mio mondo in queste due settimane. Le ho volute raccontare come scenario di, invece, un'umanità viva e dolcissima che mi ha letteralmente sciolto il cuore.
Persone che rischiano, e perdono, la vita per riavere pacificamente la dignità che 30 anni di dittatura hanno cercato di annientare. Poveri e benestanti si uniscono in questo fiume perchè oltre al pane si chiede anche istruzione, libertà e un futuro per i propri figli. Ieri ho visto in un video in cui una donna incinta di sei mesi era disposta a morire con il suo bimbo in grembo purchè trionfassero giustizia e democrazia. Fanatica? No, solo disperata, stremata dalla dittatura. Vi siete mai chiesti come si vive sotto una dittatura? Terrorizzati di sparire da un momento all'altro. E mentre sei sparito non te la passi nemmeno molto bene..
I giorni passano, le emozioni fanno su e giù.
Immagino in mille modi diversi cosa potrebbe succedere se la situazione dovesse improvvisamente degenerare tanto da rendere necessario il rientro in Italia.
Nonostante i mille modi diversi non mi ci vedo. Non riesco, non posso e non voglio lasciare l'Egitto, meno ancora adesso che ha bisogno. Bisogno di cosa, cosa posso fare? Forse semplicemente ciò che sto già facendo, raccontare...

8 commenti:

  1. Io credo che la testimonianza più bella e più vera possa essere soltanto quella di chi, come te, vive l'Egitto ed ha un profondo legame ed amore per il suo popolo. Come hai giustamente detto anche tu, la televisione ci fa vedere solo quello che vuole, pilotata da affari politici e da finta "diplomazia". Sono certa che, oltre a raccontare i "fatti", riuscirai a raccontarci il "cuore" di quel popolo...del "tuo" popolo... Un abbraccio e grazie per questo splendido e sincero contributo che stai dando a tutta la rete.

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  2. Ciao Francesca, grazie per il tuo commento e supporto. Mi auguro che questo blog possa in qualche modo fare arrivare una voce, stimolare delle riflessioni e la capacità individuale di sentire il mondo col cuore e le notizie con discernimento. Un abbraccio.

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  3. Ti prego Paola non ti esporre troppo, capisco anche se sei italiana ormai quello è il tuo Egitto, la terra che ami e dove desideri continuare a vivere, proprio per questo accetta quello che sta avvenendo e spera .
    Quando a gennaio sono avvenuti gli attacchi alle chiese cristiane, spiegavo a mia moglie che forse l’Islam il vero Islam, nulla centrava e quanta ragione avevo, lo si è visto in piazza Tahir mussulmani e cristiani uniti nella lotta fianco a fianco a urlare la sete di libertà, a difendere dagli attacchi di scriteriati l’inestimabile patrimonio custodito nel Museo Egizio, consapevoli che non doveva essere distrutto per il bene e il futuro dell’Egitto.
    Un grande grandissimo abbraccio Angelo.

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  4. Ciao Angelo,nn ti preoccupare, mi esporrò in modo sicuro. Quello che vi racconto è ciò che si vede sulle tv internazionali o internet. Non invento nulla che non sia già stato detto o visto. Semplicemente sono molto interessata all'argomento e mi fa piacere osservare questo periodo storico in compagnia di chi, come te, sa leggere tra le righe dell'essere umano.
    Come sai mi occupo principalmente di spiritualità e, credimi, soprattutto sotto questo punto di vista, la situazione è davvero affascinante.
    Anch'io come te sto apprezzando molto lo spirito di fratellanza che porta milioni di cittadini egiziani di ogni religione e ceto sociale a unirsi per uno scopo comune. La stessa fratellanza che ha nutrito, dissetato, protetto e medicato gli uomini che tutt'ora sono in piazza indipendentemente dalla pioggia e ben altro.
    Io trovo tutto questo una grande lezione per ogni cittadino della terra e se posso contribuire anche solo in minima parte narrando..perchè no? :) Grazie ancora per la tua apprezzata premura :)

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  5. Io mi limito a dire che si dice sempre che il popolo é sovrano, se cosi é allora che rispettino il pensiero del popolo!
    Victor

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  6. Alla fine dovranno farlo. Basta solo non desistere :)

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  7. ciao Paola mia, sono contenta di sentirti. Oggi ho letto raggio di Sole e in contemporanea ho sentito il telegiornale qui a Roma. Mubarak non se ne vuole andare e se continua mette in ginocchio l'economia del paese. So che non arrivano piu' turisti e anche io mi sento messa al confine. Bè almeno ora con raggio di Sole ci sentiamo piu' vicine

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  8. :)si direi che questa potrebbe essere una buona piattaforma per stare e sentirci tutti più vicini. Un abbraccio e grazie per il tuo commento :)

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